
Famiglia Petrin
"Il mondo è metà da comprare e metà da vendere"
era la frase che diceva l'aquirente o il venditore che non riusciva a concludere l'affare, in pratica voleva dire
(Se non me lo vendi tu l'articolo io lo compro da qualcun altro, perchè non ci sei solo te che vendere)
Giovanni Petrin ne fece un vero e proprio motto. Cominciò da ragazzino, in tempo di guerra, a recuperare i metalli per farne poi l'impresa di una vita. Capì la risorsa di leghe che arrivavano dallo smaltimento dei motori e dei mezzi militari post bellici quindi insieme ai fratelli cominciò ad acquistare dierattemente alle aste militari creando una azienda che si specializzata nel di recupero dei metalli da rivendere alle fonderie o acciaierie, qualche anno dopo unirono una produzione di lingotti in alluminio acqusitando un forno.
Negli anni ad avvenire insieme crearono un gruppo aziendale costituendo un altra società che tra le prime in Italia che capì l'importanza e lo spazio che avrebbe avuto l'acciaio inossidabile nelle produzioni del nostro territorio. Comprando direttamente dalle acciaierie francesi e tedesche divennero una vera e propria potenza nel commercio di semilavorati in Inox annoverandosi come principali fornitori di aziende come De Longhi e Zoppas a Treviso e fornendo intere zone come Lumezzane a Brescia e Omegna a Verbania. Con l'inserimento di una terza società di commercio Rottami metallici
portarono il gruppo a fatturare tra gli anni 80 e 90 circa 20 miliardi all'anno.
Il gruppo a metà degli anni 90 si divise ma entrambi non seppero leggere la bolla speculativa del 2008 che contagiò pesantemente il settore dei metalli e dovettero chiudere.
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Gianni Petrin con un' asta di motori aggiudicatasi